Su uno sperone dominante la valle, lungo l’antico percorso che collegava le pievi di Monti e Soliera, sorse nel pieno Medioevo Olivola, villaggio fortificato e poi sede di un grande marchesato malaspiniano. Qui, poco dopo l’anno Mille, venne edificato un imponente castello, cuore di un borgo che custodiva edifici di pregio, testimoni del ruolo politico e militare del luogo.
Oggi Olivola si offre ai visitatori come balcone privilegiato sulla Lunigiana, con vedute che spaziano dalle valli dell’Aulella al Taverone. Una passeggiata tra i ruderi del castello e le case superstiti consente di immaginare la sua grandezza passata, nonostante le ferite lasciate dal terremoto del 1920, che ridusse l’antica fortezza a rovine ma risparmiò il poderoso torrione nord-occidentale e altri punti della cinta difensiva.
Di fronte al torrione del castello si trova la chiesa parrocchiale, rimaneggiata nei primi del Novecento e dopo il sisma, che conserva un’abside singolare: parte integrante delle mura, quasi una fortificazione sacra, memoria dell’intreccio tra fede e difesa.
Da Olivola dipendono vari casali – Valenza, Verpiana, Saldina, Barisello, Barbarie – che arricchiscono il territorio di piccoli nuclei rurali. Nei dintorni si estende il Monte Luco, anticamente considerato bosco sacro, dove nel Quattrocento si venerava una maestà. Da qui parte la suggestiva “scala santa”, un antico tracciato che conduce alla borgata di Saldina, congiungendo Olivola a Collecchia, frazione di Fivizzano.