Bibola probabilmente ha origini romane (forse dal nome “Bibulus”), ma è sicuramente di epoca bizantina: infatti il suo “castron” è citato nella Cosmografia dell’Anonimo Ravennate. La sua importanza deriva dalla posizione strategica e dai numerosi collegamenti che fin dall’antichità univano la Lunigiana interna con Fosdinovo, Sarzana, Luni e Carrara. Queste vie rimasero attive fino all’Ottocento, prima che venissero aperte le nuove strade carrozzabili tra Aulla e Sarzana e quelle provenienti da Fivizzano verso Fosdinovo, Carrara e Sarzana.
Del borgo antico resta ancora visibile l’impianto originario, anche se gran parte delle mura è crollata o in rovina. Passeggiando si possono notare portali interessanti, gallerie e vecchie dimore che conservano tracce del loro passato prestigioso. È molto suggestivo salire dalla Porta di Sotto fino in cima al colle, dove si trovano i ruderi del castello medievale e la chiesa di San Bartolomeo (XI secolo). La chiesa ha una facciata particolare e un interno semplice ma affascinante. Da lassù si gode una vista spettacolare su tutta la Lunigiana, fino agli Appennini e alle Apuane.
Un tempo si pensava, per via di una lapide nella chiesa, che qui fosse sepolta la moglie del conte Ugolino della Gherardesca (lo stesso ricordato da Dante nella Divina Commedia), ma lo storico Giovanni Sforza ha poi dimostrato che era solo una leggenda.
Dopo aver perso l’autonomia, Bibola entrò a far parte del feudo di Aulla. Nel suo territorio, nell’alto medioevo, si trovava anche il castello di Burcione, appartenente alla famiglia dei “domini” omonimi, con torre di avvistamento e cappella (citata nel XII secolo). Oggi si possono ancora vedere i ruderi riportati alla luce negli anni ’70.
Curiosità: Bibola è diventata famosa in tutta Italia per il gioco della morra.